La Chiesa/Santuario di Sant'Anna
Poco distante dalla Fontana Silvana e dalla cappella di Sant'Antonio,
ai confini del territorio teggianese (località Chiaie), si eleva,
sulle alture del borgo, la chiesa votata al culto di Sant'Anna. L'edificio
venne edificato, presumibilmente, nel secolo XVIII anche se -va detto
- tuttora mancano notizie certe sul primitivo impianto architettonico.
Una sola importante notizia storica proviene dal volume ottocentesco
Diano e l'omonima sua valle di Stefano Macchiaroli in cui, a proposito
dei luoghi sacri ubicati nel circondario dianense, è scritto: «San
Giacomo ha una sola chiesa parrocchiale , le cui fabbriche sono presentemente
in ristauro, una confraternita del Rosario ed un Santuario intitolato
alla Santa genitrice di nostra Donna, poco lungi dal paese».
Nella seconda metà dell'Ottocento, dunque, la cappella compare
nei documenti con il nome di 'santuario', motivo, questo, idoneo a comprovare
l'esistenza, sin dal secolo XIX, di una primitiva chiesa votata al culto
della Madre di Maria, meta di pellegrini, viandanti e, soprattutto, delle
partorienti del Vallo di Diano affidatesi alla protezione e all'aiuto
di Sant'Anna. Lo storico ottocentesco offriva ulteriori notizie sulla
festività civile e religiosa, ricordando che «nel giorno di
festa gli abitatori sono usi ad ornarsi degli abiti migliori che si hanno.
Gli uomini vestono calzoni corti fino al ginocchio, con aggiustacuore
per lo più di colore scarlatto, e con una casacca ornata di velluto,
calze bianche e con scarpe grossolane, avendo smesso l'uso de' così
detti zambitti, o sandali annodati con cordelline di pelo capra, che usano
ordinariamente allorché si recano ne' campi, o per coltivare la
terra [
]». Le donne, invece, indossavano per lo più
«una gonna con un farsetto senza maniche, essendo queste separate
da esso, ma ve le annodano, la mercè di nastri, e fettucce di seta.
[
]». Si dedicavano, inoltre, alla cucina, preparando, in occasione
della festa più importante del paese, cibi prelibati e sicuramente
fuori dell'ordinario per l'intera famiglia.
Un'ultima notizia, desunta dalla tradizione orale, vorrebbe che tra la
fine dell'Ottocento e gli inizi del secolo successivo la chiesa subisse
un ulteriore restauro, mentre s'impegnarono per la ricostruzione dell'edificio,
oltre al clero di San Giacomo, gli stessi cittadini che, per devozione
nei confronti della Santa protettrice delle mamme in attesa, trasportarono
sul 'monte', spontaneamente, pietre, marmi, blocchi, breccia e quant'altro
servisse per la 'riedificazione' dell'antica cappella settecentesca.
All'interno dell'edificio, dal punto di vista architettonico molto simile
alla chiesa madre di San Giacomo, sono custodite, oltre alla statua di
Sant'Anna (sec. XVIII), le altre (risalenti allo stesso periodo) di S.
Lucia, San Vito (prelevata dall'antica chiesa/ospizio di San Vito oggi
appartenente al Comune di Sassano), San Michele, San Raffaele, San Rocco,
(Santa Costanza?) e la Pietà, risalente, quest'ultima, al secolo
XVI e appartenuta alla cappella della Santa Croce di casa Castella.
Sulla facciata centrale del santuario ancora oggi si distingue e risalta
dinanzi al pellegrino la seguente iscrizione:
GENITRIX GENITRICIS DEI
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1 Nella chiesa riposavano, nell'Ottocento, le ceneri del Dottore Cono Macchiaroli di Diano, morto in San Giacomo nella qualità di Governatore.