Per una storia del Rinascimento meridionale:
L'esempio di Santo Jacopo

Lo sviluppo politico e sociale della "città" rinascimentale risulta complesso, lungo e difficile; ecco perché non vanno dimenticati, in primo luogo, quei motivi filosofici e principi etici, di matrice chiaramente laica, che rappresentarono gli attrattori culturali fondamentali per la formazione dei nuovi nuclei cittadini, nel Vallo di Diano come nell'intero Mezzogiorno italiano. A San Giacomo, nel secolo XVI, viene istituito un tribunale cittadino (Palatium turris) mentre la popolazione tutta, nella nuova dimensione sociale e giuridica, acquista un peso rilevante nei confronti degli antichi signori e baroni della madrepatria, Diano. In tale ottica, è possibile comprendere lo sviluppo socio-politico di un piccolo borgo rurale che, tra XV e XVI secolo, sembra vivere il periodo più importante della sua storia, allorquando raggiunge la tanto agognata emancipazione istituzionale. Passeranno solo pochi anni e, verso la metà del secolo XVI, il casale assurgerà a Castello privilegiato dei nuovi signori del territorio dianese, i marchesi Grimaldi, i quali, ormai consapevoli del cambiamento repentino che interessa la nuova Universitas civium, sembrano venire incontro sempre più ai bisogni e alle esigenze dell'intera popolazione. I numerosi privilegi concessi, inizialmente, dai Conti Sanseverino alla più grande Universitas di Diano, a partire dalla metà del secolo XVI vengono estesi anche agli abitanti della "nuova" Universitas della valle, mentre sulla base di tale armonico rapporto, anche giuridico-legislativo, tra baronaggio locale e cittadinanza, va letta anche la storia successiva del borgo campano.

Veduta della fontana edificata nel 1593 per volere dell'Universitas civium