Il mistero dei due stemmi araldici di Monte San Giacomo
Passeggiando per i vicoli sangiacomesi può capitare di imbattersi in quegli scorci di un passato che rievoca epoche dimenticate e di cui conosciamo ancora poco. Incontriamo uno di questi scorci passando dall'arco Marino verso la "Riedda" e, salendo per Vico Tevere, arriviamo a "u curtigl?" (il cortile). Qui scorgiamo - su un'antica porta - un'insegna misteriosa scolpita in un unico blocco di pietra che riporta uno scudo araldico, alcuni attributi sconosciuti, una frase in una lingua antica e una data. Continuando ad osservare su di un portale adiacente, riconosciamo un'altra insegna con le fattezze più recenti rispetto alla prima ma con gli stessi attributi e - cosa strana - la stessa frase scolpita su una pietra calcarea bianca. L'incontro apparentemente casuale riporta alla mente l'importante scoperta di questo antico patrimonio da parte dello storico Giovanni Lovito. A questo punto, dopo aver scattato qualche foto, scatta anche la curiosità dell'appassionato di storia locale che inizia a porsi i primi quesiti:
- le insegne sono collegate tra di loro e da cosa?
- cosa o chi rappresentano queste due insegne?
Per rispondere a queste prime domande iniziamo a scavare in rete, nei documenti, nelle tradizioni orali, nelle leggende popolari, negli archivi ed in tutto quello che abbiamo a disposizione per trovare una pista da seguire che porti alle prime risposte. Partiamo proprio dalla prima domanda: le insegne sono collegate tra di loro e da cosa? In primis partiamo da quello che hanno di diverso. La datazione scolpita nel primo stemma risale al 1547 e nel secondo al 1770. Osservando gli scudi notiamo che sono diversi, molto probabilmente per i duecento ventitré anni di differenza tra i due. In seguito ad una ricerca araldica recuperiamo le forme utilizzate per la realizzazione degli scudi:
Confrontando il nostro scudo del 1547 pare essere proprio quello a punte o svizzero.
Stemma araldico del 1547
Stemma araldico del 1770
Motto alla base dello stemma del 1770
Il nostro secondo stemma del 1770 sembra avvicinarsi ad uno di quelli con cornice barocca.
Una volta stabilite le differenze e spiegate le motivazioni, passiamo agli elementi in comune che sono rappresentati dalla frase o motto e dagli attributi.
La frase è scritta in latino ed è la stessa in tutti e due gli stemmi, riporta la dicitura AUDACES FORTUNA IUVAT che traduciamo con il famoso motto: La fortuna aiuta gli audaci.
Continuando ad analizzare gli elementi in comune osserviamo gli stessi simboli (attributi) riportati in tutte e due le insegne e rappresentati da un pugnale nell'atto di infiggere un animale che - dalla presenza della criniera nel primo stemma e dall'evidente figura nel secondo stemma - pare essere un leone.
Da questi elementi uguali in tutti e due gli emblemi possiamo procedere con la formulazione delle tre ipotesi successive considerando i due stemmi strettamente collegati e appartenenti ad un'unica "entità".
Vico Tevere - Monte San Giacomo (SA)
L'indagine parte dalle vicende, dai personaggi e dalla storia di Monte San Giacomo durante il periodo che va dal XVI al XVIII secolo, al fine di attribuire le due insegne ad un famiglia, ad un personaggio specifico oppure ad un ente civile o religioso. Durante la ricerca ci imbattiamo in varie informazioni e la prima ipotesi che seguiamo è quella collegata alla figura del barone che in quell'epoca amministrava la giurisdizione criminale del borgo: Leone Mazzacane detto Leonetto. Consultando il libro Notizie di Nobiltà di Giuseppe Campanile ed il Dizionario Storico/Blasonico del Commendatore Giovanbattista di Crollalanza, troviamo proprio lo stemma di Mazzacane che risulta totalmente diverso dagli stemmi di Vico Tevere.
Riportiamo il blasone ripreso dal DIZIONARIO STORICO- BLASONICO DELLE FAMIGLIE NOBILI E NOTABILI ITALIANE compilato nel 1886 dal Commendatore Giovan Battista di Crollalanza:
ARMA : D'azzurro, alla fascia arcuata d'oro sostenente un cane uscente accompagnata da quattro stelle d'oro ; Alias di Leonetto Mazzacane : D'azzurro, alla fascia d'oro accompagnata da quattro rotelle di sperone dello stesso e caricata di una celata di elmo nero.
Stemmi araldici dei Mazzacane
Secondo quanto riportato dal Crollalanza (storico, genealogista e araldista), tali stemmi erano già appartenuti alla stirpe dei Mazzacane.
Queste prime informazioni già cominciano a far vacillare la nostra prima ipotesi di appartenenza ai Mazzacane e ci inducono a porci una domanda: se Leonetto Mazzacane aveva già un suo stemma araldico, perché coniarne uno nuovo? A quel punto, ipotizzando per assurdo che ne avesse scelto un altro, siamo andati avanti nella ricerca e ci è balzata all'occhio una notizia contenuta in un atto del Libro dei Battesimi del XVI sec. custodito nella chiesa parrocchiale di San Giacomo. In quest'atto dell'anno 1573 fu effettuata la vendita della "Sala" che costituiva la residenza del Barone Leonetto Mazzacane ad un'importante famiglia sangiacomese (vedi libro della Confraternita di prossima pubblicazione). Tale famiglia la vendette a sua volta all'Universitas per l'edificazione della Cappella del Rosario, di cui a tutt'oggi se ne conserva il campanile posto nelle vicinanze della Fontana Cinquecentesca. Da questa informazione documentata si deduce che la dimora del barone si trovasse nel Palazzo baronale di fronte alla Fontana (oggi Palazzo Marone), escludendo che il barone Mazzacane abitasse in Vico Tevere dove sono posti i due stemmi misteriosi.
Nell'ultima analisi di questa prima ipotesi e stando agli atti consultati risulta che la presenza a San Giacomo della famiglia Mazzacane c'è stata fino al 1573 ca. anno della vendita del Palazzo e del trasferimento ad Omignano.
La seconda ipotesi, che per puro campanilismo è quella che più ci attrae, scaturisce dalla ricerca effettuata sulla nascita dei primi comuni nell'Italia Meridionale e sull'utilizzo documentato degli stemmi araldici da parte delle Università cittadine (Universitas civium) che in quel periodo rappresentavano proprio la forma antica di comune. Seguendo questa pista abbiamo trovato lo stemma dell'Universitas civium di Padula, un vicino comune. Mettendo a confronto lo stemma del comune di Padula del 1556 con quello di Vico Tevere del 1547 abbiamo notato alcune somiglianze: a) entrambi sono scolpiti in un unico blocco di pietra; b) gli scudi sono uguali; c) in tutti e due è presente un motto; d) il motto è scritto nella stessa posizione ed in una sezione rettangolare identica; e) tutti e due gli stemmi presentano alcuni svolazzi laterali.
Di conseguenza a questi evidenti elementi simili e per il fatto che lo stemma padulese è stato coniato nello stesso periodo di quello sangiacomese, avanziamo l'ipotesi che lo stemma del 1547 posto in Vico Tevere fosse l'antico stemma del Comune di San Giacomo. Essendo gli stemmi di Vico Tevere strettamente correlati, possiamo concludere che anche lo stemma del 1770 fosse il simbolo postumo dell'antico comune di San Giacomo, poiché le Università cittadine sopravvissero almeno fino al 1806, anno dell'abolizione della feudalità.
Di seguito riportiamo lo stemma araldico del comune di Padula datato 1556 ed il primo ipotetico stemma del comune di Monte San Giacomo.
Stemma Comune di Padula 1556
Stemma di San Giacomo (ipotetico) del 1547
La terza ipotesi è quella su cui ci sono meno tracce da seguire a causa di lacune storiche riferite a tutti gli ambiti civili ed anche alle famiglie che ricoprivano un ruolo dominante durante il periodo che va dal XVII al XIX secolo. Questa ipotesi si fonda su un ragionamento per esclusione per cui gli stemmi osservati potrebbero appartenere ad una famiglia non ancora identificata che ha avuto un legame con San Giacomo dal 1547 al 1770.
Dopo esserci dilettati in questa indagine per noi affascinante e coinvolgente, invitiamo gli appassionati di storia, tradizioni e cultura locale nonché i giovani che vogliono provare il piacere di scoprire i misteri racchiusi nella storia più o meno recente del nostro territorio a continuare questa ricerca per fare luce sui tanti dubbi che ancor oggi adombrano le nostre radici.
Gruppo di ricerca dell'Ass.ne Culturale "La Confraternita" - info@conpec.org -
Cristiano Pasquale Lisa - Informatico
Antonio Sica - Docente
Giuseppe Caporrino - Storico Amatoriale
Raffaele Caporrino - Appassionato di tradizioni ed enogastronomia locale