MEDUSA / RIFLESSIONI: tra suggestioni del passato ed uno sguardo al presente

Domenica 23 luglio è stata inaugurata la mostra collettiva d'arte contemporanea "MEDUSA / RIFLESSIONI" presso Palazzo Marone, curata da Gianluca Cavallo alla quale hanno preso parte artisti presenti ed attivi sul territorio valdianese, che già vantano una carriera espositiva lodevole in luoghi importanti come la Biennale di Venezia e all'estero. La mostra insegue l'obiettivo di conferire al Palazzo valenze e significati originali e al contempo di far conoscere l'arte contemporanea emergente dando vita ad opere in perfetta sintonia con l'edificio ospitante.

Ingresso mostra - Palazzo Marone Monte San Giacomo

L'armonioso connubio tra antico e moderno creato dai protagonisti di questo evento, unitamente al suono dell'acqua che sgorga dalla Fontana cinquecentesca situata di fronte il Palazzo, ci porta ad esplorare mondi immaginari, irreali e fantastici dati dai diversi colori e dalle diverse tecniche utilizzate nelle opere. Il curatore ha concepito lo spazio espositivo come un luogo in cui il visitatore-spettatore può interagire con i capolavori stabilendo un rapporto coinvolgente, in cui tutti i sensi partecipano attivamente all'esplorazione delle simbologie, ma spetta a quest'ultimo il compito di effettuare un percorso che affonda le sue radici nel passato, attraverso l'edificio storico, ma che guarda al presente, mediante l'arte contemporanea.

Ex museo archeologico al piano inferiore del Palazzo

E' in questo clima che prendono corpo i quadri ad olio su lino della newyorkese Melinda Borysevicz, la quale esplora il modo in cui la memoria influisce sulla definizione dell'io, costruendo immagini fatte di paesaggi, di cose, di volti e di animali che sembrano affiorare alla mente come nei sogni, in cui si cela un significato ignoto ed indecifrabile. La bellezza e l'infinita dolcezza dello sguardo dei bambini ritratti sullo sfondo di paesaggi naturali, incontaminati ed immensi, catturano l'osservatore che rimane estasiato dalla purezza di visi candidi e dall'ingenuità che trasmettono. Le sue vedute di campagna dipinte en plein air, soprattutto lungo i fiumi, sono inserite in teche di vetro insieme ai rifiuti lasciati dall'uomo, denotando due realtà contrastanti tra loro ma che creano delle riflessioni rievocando il titolo della mostra: "la bellezza della natura contaminata dalla bruttezza prodotta dall'essere umano".

Particolare del dipinto "I forestieri" di Melinda Borysevicz

Anche l'artista-curatore Gianluca Cavallo approfondisce il tema della memoria, in quanto dipinge, appunto, a memoria senza lavorare su modelli prefissati. Le opere proposte dal pittore sono di diversi formati (medio, grande, gigante) e l'orizzontalità e la verticalità sono sicuramente una spinta di ricerca di un nuovo linguaggio pittorico inusuale. La pennellata decisa e senza incertezze crea uno stile eclettico sovente tradito dalla scelta dei soggetti, dimostrando in tal modo una profonda riflessione sul mondo che lo circonda. I protagonisti dei suoi quadri esposti sono volti di donna sintetizzati e costruiti con volumi geometrici oppure ritratti per metà, come interpreti di una visione delicata e sognante del mondo. Egli compie una riflessione che dal colore e dalla grande dimensione lo conduce verso grandezze minuscole nelle figure nere che popolano le sue tele bianche. Quello che ne esce fuori è un mondo ricco di figure, simboli e cromie.

Particolare del dipinto "Era de Maggio" di Gianluca Cavallo

Le opere della colombiana Natalia Ponton sono caratterizzate da un'esplosione di colori vivaci, caldi e freddi, in dialogo tra loro, carichi di una forte espressione di giovinezza e di significati simbolici, che contrastano armoniosamente con le opere degli altri artisti. La sua arte è stata influenzata, o comunque prende spunto, dal "Realismo magico" dello scrittore Gabriel Garcia Marquez. Infatti ammirando le sue opere si resta stupiti ed incantati di fronte al fenomeno magico ritratto, ma poi, man mano che si osservano i particolari, si iniziano ad intravedere delle figure realistiche costituite da oggetti, da cascate, da fiori e da uccelli, carichi di sfondo magico. L'artista si è cimentata anche nella decorazione di arte precolombiana delle lampade della collezione FLUX fatte a mano dall'impresa artigiana Otto Design, di cui fa parte.

Particolare del dipinto "La voce dell'acqua" di Natalia Ponton

Dalla pittura si passa alle installazioni di Arturo Ianniello, il quale mostra come le "tracce" lasciate dal lavoro dell'uomo sui materiali, recuperati da siti di archeologia industriale e riassemblati dall'artista, divengono memoria ed ai quali l'artista restituisce forma e vita. Le sue opere hanno un profondo valore esistenziale provocando nello spettatore delle riflessioni, attraverso l'inserimento di specchi alla base. I materiali utilizzati sono i più disparati (metalli, scarpe di legno, mattonelle antiche, sedie, foto antiche, specchi) e la rielaborazione crea una sintesi tra il globale e il locale e la tradizione con l'avanguardia.

Installazione "Finis Terrae" di Arturo Ianniello

 

26/7/2017 - Articolo di Roberta Calone